Corsi e seminari
CORSI YOGA
Corsi individuali
T. Krishnamacharya e T.K.V. Desikachar hanno sempre sostenuto che i reali progressi sul cammino dello Yoga avvengono quasi esclusivamente attraverso l’insegnamento individuale. L’esigenza di seguire un corso individuale è motivata dal fatto che ogni essere umano è simile agli altri, ma pur sempre dotato di caratteristiche sue peculiari, con esigenze diverse a seconda dello stato di salute, dell’età, delle attività che svolge, così come della cultura e della religione a cui appartiene.
Lezioni su appuntamento
Corsi collettivi
I corsi collettivi possono essere considerati come propedeutici al lavoro individuale, poiché attraverso le lezioni di gruppo lo studente comincia a prendere confidenza con la disciplina. In più, praticare insieme ad altre persone si rivela spesso un’esperienza interessante e preziosa.
Orari: Mercoledì 13:45-15 - Sabato 9:45-11
Lunedì 18:45-20 (da Febbraio)
CANTO VEDICO
Negli anni settanta del secolo scorso, rompendo un divieto millenario, T. Krishnamacharya decise di insegnare la pratica del Canto Vedico alle donne e agli stranieri. Egli riconobbe l’importanza che rivestono questi canti e mantra speciali, sia a livello terapeutico che a livello spirituale. Oggi, grazie a quella decisione lungimirante, in ogni parte del mondo è possibile beneficiare delle sacre e preziose ‘sonorità’ degli antichissimi inni vedici.
Il Canto Vedico migliora e completa la ‘pratica yoga’, favorisce la capacità di ascolto e sviluppa il respiro; incrementa la memoria e calma la mente, aiutando a superare i blocchi emotivi; infine, ci predispone alla meditazione.
Lezioni di canto di gruppo (ogni 15 gg.): dal 2 Gennaio 2024
martedì: ore 10-11 (avanzati) – ore 19-20 (principianti)
Lezioni di canto semi-individuali (2 persone) e individuali su appuntamento.
IL SUONO CREATORE
Il Verbo ha creato i mondi, ma altresì li mantiene in essere. Dunque, per capire la natura e la posizione cosmogonica del canto e del linguaggio rituale nella tradizione vedica, occorre analizzarle parallelamente alla creazione, all’evoluzione e all’ordine del mondo […] La genesi vedica parla d’un suono indefinibile. Esso è il primo soffio e, in ultima analisi, il sole primordiale; questo suono solare si ritiene che sia immortale e inudibile. È il primo Brahman, fuori del tempo e dello spazio, che costituisce la verità assoluta […] Questo Brahman è – umanamente parlando – l’attività posta fra la nascita di un’idea e la sua formulazione udibile, dunque una specie di suono interiore: il suono del pensiero. Nel corso della creazione è seguito da un secondo Brahman, costituito da un suono percettibile. Il primo è privo di forma, risiede nel primo elemento, chiamato ākāśā, la cui unica qualità è d’essere portatore d’un suono inudibile. Il secondo Brahman si attua nell’elemento dell’aria, che rende udibile il suo suono […] In questa prima epoca della creazione la parola è la prima azione e nel contempo il primo oggetto esistente, poiché questi oggetti non sono che puri ritmi sonori […] Uscite dall’elemento ākāśa, cioè dalla verità assoluta, le idee diventano sillabe e forme udibili entrando nell’elemento “aria”. Le idee, prima pensate, sono quindi pronunciate e diventano sonore […] Il Ṛg-Veda parla d’un gran suono duplice, che dà inizio al dualismo universale […] Il Brahman ha creato tempo e spazio! Tutto ciò, dice il Ṛg-veda, era un oceano o un flusso inconoscibile, in cui il Brahman “respirava senza soffio in un gran vuoto” […] La voce è l’attività creatrice del soggetto, il suono della sua voce è l’ipostasi di questa voce: il suo oggetto […] Accanto al dualismo di ritmo e suono ce n’è un altro, di immagine e luce. Quando si parla del Ṛta che fa parte del mondo primordiale si menziona una massa luminosa che irraggia invisibilmente dal fondo del Ṛta […] Le due forme riunite del dualismo crearono il suono-luce […] E la sostanza del sacrificio è il canto […] Con un sacrificio ininterrotto il mondo è creato e mantenuto in vita. Il sacrificio è anzitutto offerta del soffio […] In certi riti il canto purifica il soffio e l’anima, mentre l’acqua purifica il corpo. I due elementi (suono e acqua) si riuniscono nella bocca, e la lingua, secondo il Ṛg-veda, è vestita d’acqua. Come il ritmo sonoro è la migliore formulazione possibile della verità, così l’acqua ha la stessa facoltà, però a un grado minore […] Nella solitudine, il suo rumore dirige l’uomo verso il suono creatore (OM) […] Il suo murmure è l’occasione migliore per acquisire conoscenze mercé la meditazione […] La giusta riproduzione del timbro e del ritmo , ciò che si chiama “voce giusta”, è la base per la conoscenza della natura intima delle cose […] La parola Ṛta, che si traduce “ordine” o “legge”, significa piuttosto verità, ed è in particolare la verità espressa dal canto […] Dice il Ṛg-veda: “Il sole brilla grazie al canto nato dalla verità”; “Mediante il canto i nostri avi acquisivano le loro conoscenze profonde”. La verità eterna è il silenzio, o un suono appena percepibile. La verità accessibile è un suono in movimento.
Da – Musica e lingua sacra nella tradizione vedica – Marius Schneider
La tradizione orale del Canto Vedico è stata dichiarata dall’UNESCO “patrimonio dell’umanità”. In un incontro dei membri della giuria il 7 novembre 2003 a Parigi, Koichiro Matsuura, Direttore Generale dell’UNESCO, ha dichiarato che la recitazione dei Veda è un’eredità culturale unica e di grande significato per l’umanità.